Come essere resilienti
Continuando l’articolo sul concetto di resilienza, ecco alcune indicazioni su come allenare la propria resilienza.
Per sviluppare la nostra resilienza è necessario:
- Allenare la propria capacità e consapevolezza nello stare nel quì ed ora per poter utilizzare in maniera funzionale le energie per raggiungere l’obiettivo.
Questa abilità è legata strettamente ad un altro importante concetto, quello di Mindfulness; riprendendo una delle definizioni classiche di Mindfulness significa: “prestare attenzione, ma in un modo particolare: a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”. Si può descriverla anche come un modo per coltivare una piena presenza all’esperienza del momento, al qui ed ora”.
Come si fa però nella pratica? Come funziona?
Un primo esercizio utile per allenarsi sono gli esercizi di respirazione; concentrarsi sul proprio respiro consente di fare in modo che la nostra mente ed i nostri pensieri riescano a tornare nel quì ed ora del momento dove le energie fisiche e mentali possono venire sfruttate al meglio per quello che si sta facendo. Ecco un semplice esercizio sul respiro clicca qui
- Impegno: gli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere non possono essere raggiunti senza impegno e senza sforzo. La persona con un alto livello di resilienza ha la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività e non abbandona facilmente il campo nonostante gli ostacoli. Perché ci sia impegno è necessario avere degli obiettivi, qualcosa da raggiungere, per cui lottare ed in cui credere.
- Stabilire un obiettivo che deve presentare diverse caratteristiche:
Specifico e positivo: un obiettivo deve essere definito e tangibile, ed esprimere chiaramente cosa, come e perché lo si vuole ottenere.
Ad esempio in campo sportivo non si può semplicemente dire “voglio essere più veloce di tutti” poiché è eccessivamente generico; così anche nella vita “voglio ottenere un lavoro migliore”, “voglio superare il colloquio di lavoro” oppure “voglio essere una persona meno ansiosa”, “devo essere più motivato”, “devo essere più concentrato”, sono affermazioni generiche che difficilmente attivano la persona a mettere in atto strategie funzionali per perseguire il proprio scopo.
L’obiettivo deve essere misurabile e specifico: questa caratteristica permette di valutare i risultati raggiunti ed analizzarli. In tutto quello che si vuol fare è importante ottenere prove tangibili e verificabili dei risultati ottenuti.
Riprendendo l’esempio sportivo l’atleta deve misurare come essere il più veloce di tutti: “abbassare il mio primato dei 400 mt di 10 cent di secondo entro 8 settimane!”.
Se il mio obiettivo è “voglio essere più motivato o concentrato” è fondamentale strutturare un percorso concreto e misurabile: “voglio impegnarmi e finire quel progetto entro due mesi; devo dunque lavorarci per 3 ore a settimana partendo da 30 minuti al giorno”
Ambizioso e realizzabile: solo se ambizioso l’obiettivo sarà in grado di motivarci a dovere rendendoci capaci di superare realmente i nostri limiti. Un obiettivo deve però essere anche realizzabile perché, una volta conquistato, potrà accrescere la nostra autostima ed il nostro imepgno verso altri traguardi.
In questo caso, riprendendo quanto detto sopra, è necessario dunque che la persona sia in grado di riconoscere i propri limiti e le proprie abilità per pianificare un obiettivo ambizioso ed al tempo stesso realizzabile.
Per esempio una persona può avere come scopo quello di frequentare l’università e volere una propria indipendenza economica. Molto banalmente è necessario considerare se gli orari di lavoro sono compatibili con gli orari di studio in quanto altrimenti ciò creerà un conflitto. Nel caso si deve riconsiderare uno di questi obiettivi e prendere una decisione.
Ecco perché è importante stabilire e conoscere i requisiti in modo che emergano anche i possibili ostacoli che accompagneranno il procedimento.
Tempificato: determinare un orizzonte temporale aiuta a identificare le necessarie azioni da intraprendere per procedere verso il traguardo. Se non si determina una scadenza, non si sente quella pressione interna che sprona all'azione, quindi spesso l'obiettivo può passare in secondo piano.
In conclusione, riprendendo Pietro Trabucchi: “la resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino. Il verbo "persistere" indica l’idea di una motivazione che rimane salda…”
Ma è bene sapere che:
La resilienza non è una caratteristica genetica che può considerarsi presente o assente nella persona; essa presuppone invece comportamenti, capacità di pensiero ed azioni che possono essere appresi ed allenati;
Essere un individuo con una buona capacità di resilienza non significa non sperimentare le difficoltà o gli stress della vita ma essere in grado di affrontarli con le energie mentali e fisiche giuste;
Avere un alto livello di resilienza non significa essere infallibili ma disposti al cambiamento quando necessario.
"Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto" Cit. Michael Jordan
foto by Chelsea Ferenando